
SAN PIETRO
La chiesa di San Pietro in località Rive risulta essere uno degli edifici di culto più antichi nel territorio della parrocchia di Tarzo.
La prima testimonianza risale al 25 ottobre 1377 con il toponimo di “Castel San Pietro” sembra quindi essere originariamente un luogo religioso strettamente legato a strutture o ambienti militari; dove il 23 gennaio dell’anno successivo ha un piccolo beneficio. Passò poi ad essere un chiericato: “chiericato di San Pietro”.
Da un documento dell’archivio diocesano risulta che nel 1418 tale beneficio di San Pietro viene unito a quello di San Martino di Fratta, i quali nel 1580 finiscono entrambi legati ai canonici della Cattedrale Santa Maria Assunta e Tiziano di Ceneda.
Nel 1492 la Chiesa subisce degli interventi di rifacimento, questo è facilmente desumibile visto che tale data è scolpita nella pietra sull’angolo sinistro della facciata ad altezza d’uomo, emersa durante i recenti lavori di restauro.

Altre notizie ci portano ad affermare che nel 1546 la Chiesa è vacante da molto tempo “per desolazione” e ufficiata dal chierico cenedese Stefano de Lucis. Nel 1550 è presente il sacerdote Filippo Quintino che vi rimase fino alla morte, mentre dal 1564 è con Giovanni Battista Brocca, chierico di Serravalle.
Qualche secolo dopo, durante la visita pastorale del 1736 viene descritta praticamente con queste parole: “Senza entrate e mantenuta con le elemosine dei fedeli”.
La stessa situazione viene pure riportata in una relazione del 1741: “Vi è poi la chiesetta campestre sotto il titolo di San Pietro, la quale non ha alcuna entrata; vive di elemosine e si mantiene al possibile dalla fabbriceria”.
Lo stesso anno la Chiesa risulta ristrutturata: lo troviamo in una dicitura visibile al suo interno sopra l’arco centrale fra due affreschi che così dice: “Nel 1741 questa Chiesa antica di San Pietro fu innalzata e ridotta a miglior forma con le elemosine del popolo”.
Nel 1744 il pittore cisonese Egidio Dall’Oglio dipinse la pala dell’altare (olio su tela) raffigurante “La Madonna con il Bambino, San Pietro, San Lorenzo e San Francesco”. Attualmente deposta nella sacrestia della chiesa parrocchiale, dopo il restauro con il concorso della sovrintendenza delle belle arti di Venezia.
Nel 1969 il locale Gruppo della Associazione Nazionale Alpini, visto l’ormai avanzato degrado volle sistemarla: “Ridandole il suo religioso decoro, rivestendola di tanta grazia senza disturbare la sua primitiva semplicità, facendone quasi la loro chiesetta alpina”.
Nel 1983 e successivamente nel 1985-1986, gli Alpini con il concorso di simpatizzanti e volontari intervennero nuovamente con un restauro radicale, che interessò non solo le strutture perimetrali, ma anche il tetto ormai fatiscente al punto da comprometterne la stabilità.
E così il 22 giugno 1986, fra una grande partecipazione di popolo l’opera poté essere ufficialmente inaugurata, all’insegna della semplicità, dell’ordine e della simpatia.
La nuova pala dell’altare che rappresenta il martirio dell’apostolo Pietro, fu dono dell’autore locale Antonio Bernardi, il quale il 15 ottobre del 1988 arricchì la Chiesa donando un’altra sua opera pittorica raffigurante “la deposizione dalla Croce”.

Il Gruppo Alpini di Tarzo, il quale vigila sulla sacralità e sul decoro della chiesa, volle ricordare ai posteri il suo impegno nella ristrutturazione, murando una lapide rievocativa sul lato esterno della parete Nord, e inumando una pergamena nell’area interna dell’apside.